Io è un po' che non vado in libreria, andare in libreria è uno dei miei hobbies. Hobby con l'acca, aspirata. Hhhhobby. E' importante, bisogna aspirare.
Hobby.
Perfetto.
Gli hobbies sono quella cosa che tutti a quanto pare devono averne uno, è importante avere un hobby (singolare, senza esse finale) perché quando ti fanno la domanda o lo devi scrivere in un curriculum - nei curriculum a quanto pare bisogna sempre scrivere che hobby hai - scrivere modellismo può essere scocciante. Hobby: modellismo. Non ti assumono.
Che poi io tra l'altro non ho niente contro il modellismo e neanche contro i modellisti, ci mancherebbe, anzi. Pensa piuttosto a quelli che scrivono: Hobby: fare shopping. Shopping? Ma veramente? E lo dici in giro? Agghiacciante.
Mai uno che abbia il coraggio di dire la verità e alla voce hobby scriva: mi piace la figa, per dire. Ma non divaghiamo.
A me piace leggere il mio hobby è leggere. E anche scrivere mi piace, ma insomma, quella è una conseguenza. Uno a un certo punto dopo tanto leggere deve provare a scrivere, deve svuotarsi un po', perché scrivere più che a dire delle cose dovrebbe servire per svuotarsi per poi riempirsi di nuovo. Per leggere certi libri bisogna fare spazio ed essere vuoti. Assolutamente vuoti, ci va della preparazione. Ci sono certi personaggi che ci entrano così dentro, certi autori o certe voci sono così forti che l'unico modo per farli uscire dalla nostra testa, per liberarcene, è scrivere. Farli fluire fuori, sulla carta.
Che poi tra parentesi esce fuori un sacco di altra roba quando uno scrive, ed è quello il bello. Leggi un libro, per svuotarti scrivi, e ti vengono fuori delle cose che non c'entrano niente con quello che hai letto e che non sapevi nemmeno di avere dentro.
Comunque. Andare in libreria mi piace, è una specie di appuntamento che ho con una parte di me. Vado lì e mi ritrovo.
- Ciao.
- Ciao.
- Come va?
- Bene dài, e te?
- Bene.
- E' un po' che non mi venivi a trovare.
- Lavoro, famiglia, sport. Scazzi. Stanchezza. Solite cose.
- Capisco. Hai la lista?
- Ce l'ho.
- Grande. Fa vedere.
Tiro fuori la lista dei libri e leggiamo mentalmente, io e me.
Guardiamo i libri che mi sono segnato sulla lista, i libri che vorrei leggere o comperare. Quelli di cui ho sentito parlare oppure di cui ho letto in altri libri. Non è per comprarli, i libri, che uno li compra. E' per averli. Per leggerli certo, ma anche per averli.
Averli lì.
Che se a uno un giorno, tanto tempo dopo, viene voglia di rileggerli, certi libri, meglio averli. Oppure se muore. Se uno muore i suo libri non sono più suoi e i suoi figli o i suoi nipoti o insomma quelli che gli hanno voluto bene, ma anche quelli che non sono riusciti a volergliene perché non erano ancora nati o perché non c'erano ancora, possono farsi una idea di chi era.
Metti che nella libreria hai il libro dei Guinnes dei Primati, quello con la copertina argentata specchiata, ecco, per esempio, uno una idea di chi eri, se la fa. Che poi magari, quel libro lì dei Guinnes dei primati, te l'ha regalata una vecchia zia che non vedi mai per Natale. Un regalo di una zia potrebbe completamente snaturare la tua memoria eterna, ma comunque. Anche le vecchie zie hanno i loro diritti. Anche loro fanno parte della tua storia.
Un mio amico invece, per fare un altro esempio, quando è morto, la sua compagna ha preso tutte le sue magliette e le ha portate in un prato e i suoi amici sono andati tutti in quel prato e ne hanno presa una per uno, quella che volevano e che gli piaceva di più e l'hanno portata via. Adesso se la mettono tutti la maglietta che hanno preso in quel prato quel giorno, la maglia di quel nostro vecchio amico che è morto, una volta ogni tanto se la mettono e la portano in giro e ognuno insomma, a me pare, quel nostro amico lì lo fa sembrare meno morto.
Ecco io ho pensato che si potrebbe fare lo stesso con i libri. Se uno muore, ad esempio, i suoi amici possono prendere i suoi libri, uno per uno. O le sue magliette. O i suoi sci. Mi è venuto in mente che forse a me piace in andare in libreria a comprare dei libri e averli perché se un giorno per caso muoio, io divento le parole che ci sono scritto nei libri che ho letto. Mi piace sciare, mi pare, perché quando scio io sono sono le curve che ho fatto. Mi piace arrampicare perché quando arrampico divento gli appigli che ho stretto.
Eccetera.
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