mercoledì 30 settembre 2009

GIRA LA PALLA, GIRA.

Se scalare una montagna di 8000 metri e farci allegramente sopra dello snowboard fosse una cosa semplice, ci sarebbe la fila al campo base delle 14 montagne più alte della terra. E invece no. Non c'è nessuno, o quasi. Serve un sacco di pazienza, non solo per organizzare e pianificare l'operazione, ma anche per tentare di realizzarla. Serve mettersi in gioco senza riserve, in ogni senso. Serve mettere a punto i propri materiali. Serve lavorare a un progetto che contempli anche la comunicazione, a meno che uno sia ricco di famiglia e possa godersi il lusso di farne a meno; oppure che rompa il porcellino salvadanaio in nome di un sogno himalayano "per una volta nella vita". Serve allenarsi seriamente. Poi, infine, serve acclimatarsi, cosa forse più importante di tutte. Quello che ho fatto in questi giorni qui a Chhukung, a 4740 metri di quota.

E' la prima volta che vengo nella valle del Khumbu, in Nepal, per prepararmi a una salita. Aveva ragione Simone, lui fa sempre così, è il modo più efficace che si possa immaginare per preparare il proprio organismo all'altissima quota. Ora tutto sarebbe pronto per andare al campo base del Cho Oyu e finalizzare tutto il lavoro fatto fin'ora. Ieri sono salito da qui dove vivo e mi alleno da quasi 2 settimane, ai 5555 metri del Chhukung Ri impiegando in 1 ora e 2 minuti. Appena arrivato qui ci avevo messo quasi il doppio del tempo. Alcuni giorni fa siamo saliti sull'Island Peak quasi di corsa, e abbiamo dormito appena sotto la cima a 6100 metri. Mai stato così bene in quota. Tutto sembra pronto.

Tranne una cosa: la mia montagna,il Cho Oyu. In questi giorni ricorre il 60esimo anniversario della Repubblica Popolare Cinese, ed il governo Cinese ha deciso di chiudere le frontiere del Tibet. Senza preavviso. Non importa se io e i miei compagni abbiamo in mano un visto d'ingresso firmato da svariate settimane. Non importa se noi siamo solo alpinisti e ci accontenteremmo di andare al campo base per scalare la nostra montagna. Non importa se sul visto che abbiamo in mano c'è scritto che possiamo entrare in Tibet il 1° ottobre. Non importa se noi siamo già qui in Nepal, come da programma, con una lettera di invito della CTMA per la scalata al Cho Oyu regolarmente pagato. Non importa niente di tutto questo. Non potremo entrare in Tibet prima del 10 di ottobre e dovremmo poi uscire il 28, sempre come c'è scritto sul permesso. Io dovrei anche rientrare in bici.

Nemmeno Batman può pensare di scalare una montagna di 8000 metri (e farci allegramente sopra dello snowboard, come nel mio caso) in 10 giorni. Tre o quettro giorni servono per i trasferimenti e il montaggio del campo base e 2 o 3 almeno per il rientro in bici a Kathmandu.

E allora io e i miei compagni resteremo un po' qui in Nepal e poi rientreremo a casa, senza andare al Cho Oyu. Torneremo l'anno prossimo con lo stesso progetto multisportivo, non solo per scalare una montagna. Io e i miei compagni siamo gente civile e atleti professionisti. Andare in montagna è il nostro lavoro e la nostra passione. Non c'è proprio niente che io, Hervè, Simone e Lizzy possiamo fare per cambiare lo stato delle cose. Portiamo pazienza. Pensiamo a qualche altro progetto. Certo, ci girano un po'anzi parecchio, quello si...

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