lunedì 7 gennaio 2013

TRE BOMBARDINI BOLLENTI.


Sono state belle vacanze, queste. Ho sciato con la mia famiglia e con i miei amici. Mi sono allenato, molto. Ho letto, letto molto. Ho fatto dei giri a piedi nudi sul pavimento di casa. Non ho visto neanche un telegiornale.
Anzi, ne ho visto uno solo il primo dell’anno, giusto per fare due risate, tanto lo sapevo già quello che facevano vedere. Io il telegiornale il primo dell’anno lo guardo sempre, così come vaccinazione caso mai mi venisse voglia di guardarne altri; altri durante l’anno dico, casomai mi venisse voglia me la faccio passare.

Stamattina ho ripreso in mano alcune cose da fare, ho letto qualche giornale un po’ più attentamente dei giorni passati e ho visto che il dibattito politico in queste settimane si è acceso. Fa uno strano effetto la campagna elettorale a dicembre e a gennaio. Era a aprile e a maggio con il primo caldo che di solito ci scassavano le palle con queste cose. La campagna elettorale a gennaio mi da un senso di decadenza assoluto. Lo stesso senso di decadenza e di panico e di apocalisse imminente che ho avvertito in questi giorni verso mezzogiorno, sulle piste da sci, quando guardavo il termometro digitale rosso e vedevo che segnava +12°C.

Come +12°C ?

Guardavo il termometro e poi mi guardavo attorno. Riguardavo il termomero e guardavo ancora attorno. Tutti come se niente fosse. Tutti che sciavano. Guardavo la gente, i bambini, le mamme e i papà. Allegri, tutti. E le nonne impellicciate. Con la sciarpa stretta al collo che salutavano i nipotini da lontano mentre andavano via sulla seggiovia. O i maestri che insegnavano lo spazzaneve e la curva in conduzione e che facevano dei trenini giù per le piste.

A +12°C.
A Gennaio.

Tutti che sciavano e parlavano e ridevano e lavoravano o facevano vacanza come se niente fosse. 
Alcuni al bar ordinavano cioccolata calda con panna, entravano al bar e si sfregavano il palmi delle mani Scusi, mi fa tre cioccolate calde con panna? Oppure Scusi ci fa tre bombardini bollenti?

Tre bombardini bollenti.

Come se niente fosse. Come se l’inverno fosse una idea, un appuntamento da non mancare, un occasione da cogliere al volo.
Come si dice adesso: una opportunità. Mica una stagione.

Intanto Berlusconi dice che vuole fare il Ministro dell’Economia. 
Nessuno si incazza.

Io dico che stiamo impazzendo.
Io dico che va a finire male.

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