lunedì 15 dicembre 2014

ESPLORARE OGGI.

L'esplorazione è qualcosa che non avrà mai fine. Un tempo bastava andare in un luogo dove non era mai stato nessuno, un luogo sconosciuto ed inesplorato della Terra ed era fatta. Bastava andare e tornare indietro portandosi qualche cosa. Quella cosa lì, quel trofeo che riportavamo indietro da ogni esplorazione la chiamavamo conquista, poteva essere la cima di una montagna, una scoperta geografica, astronomica, scientifica. Doveva essere qualcosa che prima non c'era e poi dopo di noi, grazie a noi, c'era. Oggi è diverso. Oggi è più difficile, da esplorare ci rimangono i luoghi della mente e le combinazioni, le infinite combinazioni possibili tra le cose del mondo, ma alla base, nel DNA di ogni esplorazione grande o piccola che sia, rimangono sempre la stesse cosa: le idee. La capacità di sorprendersi e di immaginare grazie a quella disposizione dell'animo che ci fa vedere nelle cose, nei luoghi e nelle persone che abbiamo intorno, una possibilità. La possibilità di inventare o creare qualche cosa, di tramutare l'impossibile in possibile. L'esplorazione oggi non ha più a che fare con il prendere, con la conquista, ma con l'offrire. Con il dare. In questo lungo viaggio chiamato esplorazione oggi i trofei, quello che un tempo chiamavamo conquista, vengono con noi nel percorso di andata, non più in quello di ritorno. La cosa straordinaria è che comunque sulla strada del ritorno, dopo che abbiamo dato il meglio di noi, dopo che abbiamo dato tutto quello che potevamo dare e abbiamo compiuto la nostra esplorazione, non torniamo mai a mani vuote. Anzi. Torniamo indietro in una vita e in un mondo che è diventato migliore di prima. E a me tutto questo, pare bellissimo.

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