sabato 13 giugno 2015

LA TELEFONATA.

Ieri sera al Presidente Sergio Mattarella, sul tardi — era già in pigiama — è arrivata una chiamata. Era sua madre.

Gli ha detto:

Sergio, domani viene da te Quentin Tarantino per via del David di Donatello.
Non è ancora sicuro, mamma — si è difeso subito lui.
Viene, viene. E’ dal ’94 che deve venire, vedrai che viene.
Embè? — ha detto Sergio.
Gli devi dire quella cosa.
Quale cosa, mamma?
Lo sai, quale.
Mamma non cominciamo.
Ti ho già detto di no.
Come, no?
Mamma, è Quentin Tarantino, mica uno qualunque.
Ma che cazzo, tu sei il Presidente della Repubblica Italiana! Un po’ di coraggio! Gli tieni la mano stretta e non lo fai andare via. E intanto glielo dici.
Mamma, perfavore…
Gli dici: Quentin: ti ricordi il ristorante sulla costiera palermitana dove ti sei sposato? Ecco, era il ristorante di mia mamma.
Mamma non lo posso dire.
Devi, dirlo. Vedrai che gli fa piacere.
…e poi durante il cerimoniale non so nemmeno se ci sarà tempo abbastanza.
Cazzate, sei il Presidente della Repubblica. Promettimelo.
Non posso farlo, mamma.
Promettimelo!
Ti ho detto che non posso. E poi sei sicura-sicura che fosse lui?
Certo che sono sicura!
Promesso?
Vedremo.

La telefonata è finita proprio così, con un vedremo. Che c’è da dire che la mamma di Mattarella, quando ci si mette, mmm, è difficile tenergli testa.

Questa mattina al Quirinale il Presidente Sergio Mattarella ha incontrato i candidati al premio David di Donatello, che è il principale premio cinematografico italiano. Il Presidente della Repubblica ogni anno, come da tradizione, in un breve cerimoniale incontra i candidati. Ed è successo che quando è arrivato Quentin Tarantino, Sergio Mattarella, ha preso con una mano la mano di Tarantino, e gliela ha stretta forte. E con l’altra mano ha preso tutto il coraggio che aveva e forse proprio per quello — proprio perché non ha preso il coraggio a due mani ma lo ha preso soltanto con una mano sola — invece che dire quella cosa di sua mamma e del ristorante e del matrimonio e della costiera palermitana, ha detto, con una voce un po’ impastata:

 «Uscire dalla crisi non è facile. Signor Tarantino, anche se ci prestasse il suo mister Wolf, non credo che lui da solo riuscirebbe a risolvere tutti i problemi». Un riferimento al film-cult Pulp Fiction.

Tarantino era un po’ in imbarazzo, però si è messo a ridere. Forse è andata anche bene così, ha avuto ragione il Presidente Mattarella a non dirla quella cosa della madre. Che metti che Tarantino non si fosse ricordato del nome del ristorante, della costiera palermitana e magari neanche del suo matrimonio. Che poi: abbiamo controllato se per caso è sposato, Quentin Tarantino?

O metti che — peggio ancora — a Sergio Mattarella fosse venuto in mente quell’altra battuta di Pulp Fiction, quella che fa: “Non è ancora arrivato il momento di farci i pompini a vicenda.”

 Ecco, noi voglio dire, noi nel senso di Noi-Popolo-Italiano, che figura ci facevamo?


ps. Nel caso, leggetevi “Momenti di trascurabile felicità”, di Francesco Piccolo, Einaudi. Nel caso, dico.

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