Io il calcio lo seguo poco, quasi niente. Diciamo che lo seguo quello che c'è da seguirlo. Siamo in Italia, dopotutto. Non seguire il calcio per un Italiano è un fatto grave, secondo me. Come non leggere i giornali. Non c'è da vantarsene, anzi.
Non sapere niente di calcio in fondo è un po' come non aver mai letto neanche una pagina dei Promessi Sposi alle superiori. Come non aver mai mangiato un Cornetto Algida, non avere mai assaggiato un bicchiere di Brunello di Montalcino, mai avere preso un treno delle FS stracarico di pendolari, mai essere stato a un mercatino rionale, mai avere letto una poesia di Pasolini, mai aver fatto il bagno nell'Adriatico.
Mai aver mangiato una fetta di anguria in quei banchetti.
Mai aver fatto la cacca in Autogrill.
Mai aver visto una programma di Renzo Arbore alla tv.
Mai aver sentito il motore di una Lamborghini che va su di giri.
Mai essere andato a vedere una tappa del Giro.
Mai avere letto qualcosa di Ustica o della strage di Piazza Fontana.
Mai avere sentito parlare della nevicata dell' '85 o mai aver visto un film di Totò in b/n.
Mai aver ascoltato per intero una canzone di Guccini.
Non sapere distinguere una bicicletta Bianchi soltanto dal colore.
Non sapere com'è Milano d'agosto.
Mai aver visto Tardelli che corre dopo il gol nella finale dei Mondiali dell'82.
Mai aver guidato una Fiat.
Tutte cose di cui si può tranquillamente fare a meno.
Tutte cose di cui uno, da Italiano, farebbe meglio a non vantarsi.
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