Ci sono certi che dicono che vanno a fare dei giri in moto per pensare.
Io non ci credo.
Io non credo che andando in moto uno possa pensare. Io dico che dentro a tutte quelle curve che si fanno in moto e a quelle strade che si prendono, in fondo a quei rettilinei percorsi a mezzo gas andando a velocitá uniforme ci sono invece dei non pensieri.
Non pensieri perfetti.
Cioè delle non responsabilità.
Delle non risposte da dare
Delle non domande da porsi.
Delle non partenze messe al posto di dei non ritorni da ubriacare entrambi di velocità, di forza centrifuga e di vento in faccia.
Il che, tutto questo niente, tutto sommato, non è neanche una brutta cosa. Basta creare nella mente, formare nella mente da qualche parte, l'immagine di sé che a un certo punto, alla fine di un giro, parcheggia la moto dentro a un garage, dentro al proprio garage e la lascia lì per un po'.
Perché i giri prima o poi bisogna che finiscano. Lunghi o corti che siano.
Perché da lì in poi, da un certo punto in avanti, se uno la capisce questa cosa, allora uno puó partire per dei viaggi. Dei viaggi veri.
Mica per dei giri soltanto.
venerdì 1 giugno 2012
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