mercoledì 29 maggio 2013

LE PAROLE SONO IMPORTANTI.

Un po' tempo fa un mattino mi suona il telefono, rispondo ed è uno che parla a nome di una agency di creativi e di esperti di sport-marketing. Lavoriamo a dei progetti. Ah, OK, piacere.

Posso rubarti due minuti, mi dice lui?
Prego, dico io.

Ti secca se ti metto in viva voce?
Prego, dico ancora.

Al di là dal telefono sono in cinque, si presentano tutti uno a uno.
Piacere, Piacere, Piacere.
Piacere.
Piacere.

Fanno per cominciare una recap della loro mission e mi danno una overview delle potenzialità dei social e del blogging oggi per creare awarness attorno al proprio brand. Sì, perché - mi spiegano - tu devi pensare a te stesso in termini di personal branding, di self-promotion e dalle nostre analisi le tue potenzialità sono top e ancora inesplorate, possiamo collaborare alla creazione di aspirational stories da condividere attraverso i social e lavorare insieme sul mood della tua comunicazione, ovviamente senza scivolare nell sell-out del personaggio.

Scusate ma ho da fare adesso, dico io.

Se ci dai ancora un attimo abbiamo finito.
Ok un attimo.

Insomma - continuano - serve identificare i targets, stabilire un format dentro al quale embeddare i tuoi contents ed i tuoi projects, ed è fatta.

Ok, perfetto, grazie, allora magari ci sentiamo più avanti eh, dico io per chiudere.

Loro mi chiedono come ultimissima cosa se per caso ho una timeline da condividere con i miei prossimi projects e se in questo momento sono al lavoro su qualcosa di specifico.

Io al momento come progetto specifico sono in bagno, dico. Silenzio dall'altra parte.

Sto cagando, più precisamente.
Allora ci risentiamo più avanti, dicono loro.

Dopo non li ho più risentiti. 

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