mercoledì 2 ottobre 2013

I CORRIDORI IL MARE LO SANNO A MEMORIA.

Era il giorno della Sanremo, l'ultima di Sanremo. Quella del 2013. 

Ai corridori il mare quella sera è venuto in mente soltanto prima di andare a dormire. I corridori il mare lo sanno a memoria. Sanno a memoria quella riga orizzontale laggiù in fondo, da una parte della strada, a metà dello sguardo e a metà dei pensieri. Sanno a memoria il tono della luce che si confonde con il colore del mare, con il cielo pallido, con le correnti che vanno di traverso. Sanno a memoria i gabbiani e la sagoma delle barche a vela. Difficile perfino che lo guardino, il mare, i corridori. Almeno fino a quando non è mare vero, caldo, estivo, con i riflessi al largo e gli ombrelloni colorati, e quell'odore di crema solare che si lasciano dietro certe ragazze in costume. 

E allora d'inverno è il mare che viene a cercarli, i corridori. Sono le onde che frangono sugli scogli e i pescatori con le cerate, i turisti e i marinai, le nonne con i passeggini, l'odore di salsedine e il vento filtrato dalle palme che arrivano fino al bordo della strada, sul lungo mare, per vedere loro, i ciclisti. Passano in gruppo, colorati. Veloci. C'è solo quel rumore di ruote che girano e di aria che si muove, occhi grandi spalancati sopra al manubrio e quel silenzio facile da capire. 

Soprattutto quando piove.

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