lunedì 20 gennaio 2014

FARSI LE DOMANDE GIUSTE.

Inizio subito la cronaca di quanto è accaduto in questa settimana spiegandomi in poche righe, perché poi devo raccontarvi un'altra storia che ha sempre a che vedere con il Nanga Parbat. Simone e David sono saliti nei giorni scorsi fino quasi a C2 a 6000m e strada facendo hanno dormito un paio di notti a C1 che è a circa 5100m. Il loro programma di acclimatamento procede bene, sono in forma e viaggiano come treni, la via di salita è aperta fino a C2 - grazie anche al gran lavoro dei nostri amici polacchi - e le condizioni della montagna sono per ora ottimali. Il tempo è per ora buono e la temperatura è fredda ma sostenibile, in base alle previsioni che riceviamo da Karl Gabl da Insbruck ci aspettiamo ora il crescere del vento. Al campo base, di notte, siamo scesi un paio di volte a -29°C. Ieri (18.1) Simone e David sono saliti di nuovo ai campi alti con l’ambizione di sbucare sulla cresta che poi conduce con un lunghissimo cammino fino in vetta al Nanga Parbat. L’obiettivo di Simone e David è quello di fare, vento permettendo, una puntata a 7000m, questa sarà una tappa fondamentale per l’acclimatamanto e in prospettiva per il tentativo alla cima. Questo il riepilogo dei fatti.

Veniamo ad altro. Ieri qui dal campo base ci siamo collegati i videoconferenza attraverso Skype con la Scuola Media Statale di Scanzorosciate - che è la scuola media che frequentano le mie due figlie gemelle - e siamo rimasti collegati attraverso internet per circa un ora. Abbiamo parlato con i ragazzi di terza media che erano riuniti in un corridoio della scuola per via della rete wi-fi che funzionava soltanto lì e insomma a parte la linea che è caduta un paio di volte è stato bellissimo. Noi tre, io Simone e David qui al campo base fuori dalla nostra tenda e loro, tutti questi ragazzi riuniti nel corridoio, ci vedevamo reciprocamente attraverso gli schermi del computer, noi guardavamo loro e loro guardavano noi. Abbiamo parlato di montagne, di storia dell’alpinismo, di esplorazione, del senso della cordata, della differenza tra limiti e regole, di amicizia e di senso di responsabilità, di un sacco di cose bellissime che hanno a che fare con la vita e con il futuro. I ragazzi hanno fatto un po’ di domande e noi abbiamo risposto cercando di trasmettere a tutti la nostra passione per la vita e per la montagna, abbiamo cercato di spiegare le nostre motivazioni e i nostri sogni e anche l’interesse per il racconto e per la condivisone delle nostre esperienze, delle nostre emozioni, che in fondo sono la vera ragione che ha portato noi tre dal campo base del Nanga Parbat fino a un corridoio della Scuola Media di Scanzorosciate. Nessuno dei ragazzi ha fatto la classicissima domanda idiota che ci viene fatta tutte le volte dagli adulti e che sembra essere la cosa più importante da chiedere a tre che stanno cercando di esplorare se stessi e il mondo salendo una montagna di 8000 metri in inverno. La domanda idiota che ci fanno sempre è: come è che fate ad andare al gabinetto? I ragazzi di Scanzorosciate non ce l’hanno chiesto. Non so a voi, ma a me questa sembra una bella, bellissima notizia.

[pubblicato su L'Eco di Bergamo - Domenica 19.01.2014]     

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