Premetto che odio Wikipedia ma più che odiare Wikipedia - è stupido odiare wikipedia - faccio fatica a sopportare quelli che dicono che su Wikipedia c'è tutto.
Certo, c'è tutto. Quello è il problema: il tutto. Troppo.
Comunque. Seguendo un link questa mattina sono sono capitato su una pagina di Wikipedia che spiega (vorrebbe spiegare) cosa è la Poesia_visiva.
Poesia_visiva > Paragrafo "Una nova concezione del linguaggio".
Ho letto.
Ho letto e non ci ho capito un cazzo, proprio.
Poi, invece, dopo un po', all'improvviso, mi sono detto: invece tu hai capito tutto. Per vedere se avevo capito bene ho fatto una prova e infatti i conti tornavano. (mi sono avanzate 11 virgole, tre punti e [ ] due parentesi quadre).
Vi avverto, è una cosa molto difficile da capire, non credo che tutti ci possano riuscire e non credo che nemmeno tutti siano interessati a capire. Oltretutto si tratta di una cosa inutile. Ma secondo me, se uno ha la voglia e la determinazione e la volontà e la pazienza di leggere fino in fondo prima questo che è quello che c'è scritto su Wikipedia (dupalle) e poi (soltanto poi) quello che c'è qui sotto, che è quello che ho riscritto io rimescolando tutto "ad-minchiam", secondo me alla fine uno, capisce benissimo anche lui.
Sicuro.
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Nell'analizzare il gran numero di
artisti coinvolti, si
evidenzia una diversa concezione del linguaggio. Alla fine
degli anni Cinquanta, nelle ricerche verbo-visuali, unite in un continuo
processo di rinnovamento e consolidamento delle strutture, lingua e cultura
furono.
La lingua, in quanto sistema di segni,
nello stretto rapporto che si instaura fra il codice linguistico della
collettività (langue)
e l'attuazione individuale delle potenzialità del medesimo codice (parole), come è stato
affermato da De Saussure,
può essere analizzata in senso critico come “struttura di relazioni
significative”. In tale sistema di relazioni la lingua si
caratterizza per la propria referenzialità,
qualificandosi in tal modo come riflesso indiscusso della realtà sociale. Prodotta
dalla società industriale
e del consumo, in quegli anni la massificazione della comunicazione e
dell'informazione generò nuovi modelli di lingua. Mettendo in evidenza le
contraddizioni della nuova era tecnologica
e dei nuovi linguaggi
mass-mediatici e riflettendo quindi sui rapporti arte e
tecnologia e arte e comunicazione nelle attività artistico-culturali,
l'elemento tecnologico assume, in questi anni, un peso considerevole.
Avendo lo stesso peso
nell'insieme dell'opera d'arte, i poeti
verbo-visivi tentano di strutturare un codice linguistico
alternativo a partire dalla nascita della lingua nazionale esaminata.
Si può fare riferimento, per esempio, alla tecnica – di matrice artistica – del
collage, del fotomontaggio o all'assemblage. Si tratta in
sostanza del ‘potenziamento espressivo', di una prassi artistica che si muove
al di là del canone tradizionale.
Segno verbale
e segno visivo
– intesi come recupero di tecniche già usate storicamente dalle arti minori –
assumono un rapporto reciproco di equilibrio senza subordinarsi a vicenda con
l'intento di dar vita a una tecnica pittorica in cui l'Arte possa competere con i mezzi di
comunicazione, senza ricorrere all'illusione pittorica.
E una risposta culturale alla
complessità del rapporto fra comunicazione
verbale e comunicazione
visiva – iniziato già con le avanguardie storiche – è la simultaneità dei codici
espressivi nell'ambito dello stretto legame che si crea fra forma e referente, fra significante e significato.
Analizzando i rapporti fra
"arte e comunicazione" i poeti visivi hanno distinto il linguaggio propriamente
detto dai sottocodici
prodotti dalla civiltà
industriale. In questo contesto s'inseriscono i ready-made di Duchamp, i poèmes-objet
di Breton, i fotomontaggi
dadaisti, la farfallina di Bélen (già ripresa
da Pausini) e i collage prettamente
pittorici dei futuristi e dei cubisti.
Con l'intento di dar vita a una
tecnica pittorica in cui l'Arte
possa competere con i mezzi di comunicazione l'allargamento lessicale si
configura, ancora oggi, come caratteristico dell'espansione mediatica della società di massa
in cui il reale viene percepito in concreto senza ricorrere all'illusione
pittorica.
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