Forse solo il ciclismo, tra tutti gli sport, vive ostaggio del passato almeno quanto l'alpinismo. Sembra assurdo ma l'alpinismo moderno è sempre più distante dalla gente e dalla vita normale. L'alpinismo di oggi si consuma troppo in fretta ed allora è più facile rifugiarsi nel passato, nella storia, nella presunta grandezza di chi - a volte - ha avuto l'unico merito di nascere, arrampicare (e a volte morire) nell'epoca che precede quella in cui viviamo.
L'alpinismo del passato, quello di Buhl, di Preuss, di Bonatti, è l'espressione di un sistema sociale e di una filosofia a se stante, una cosa a parte compiuta e risolta che ognuno, ognuno di di noi, anche chi di alpinismo non ne capisce, in prospettiva, è disposto ad accettare. L'alpinismo moderno è istantaneità, atleticità, sfuggente precarietà, al tempo stesso specializzazione e combinazione di abilità apparentemente incompatibili tra loro. Rischio. Per questo è estremo. Per questo è difficile da capire.
A me francamente è passata un po'la voglia di stare a sentire parlare di montagne e di alpinismo e delle cose che qualche volta io e molti miei amici proviamo a fare, mettendo in gioco tutto noi stessi, sempre e solo in modo superficiale. Quasi sempre e quasi solo da parte di chi di montagna scrive solo per sentito dire o facendo dei taglia e incolla di cose scritte da altri, di cose già dette, già viste, già sentite. Senza sforzarsi mai di capire fino in fondo chi è che in questo mondo che fa la traccia, e chi la segue soltanto.
Mi è venuta una gran voglia di mettermi in gioco in prima persona, di mettermi a raccontare delle storie che non necessariamente, non ogni volta perlomeno, debbano essere la mia storia. E'ora di cambiare, di andare avanti ancora un po'. Rimettersi in gioco. Fare una rivista non bastava più.
Da domani inizia per me un nuovo percorso, una nuova avventura, un nuovo viaggio. Una scuola. Bisogna che questa cosa, quella di cui ho parlato e che riguarda le cose che amo e la chiarezza del dire, io cerchi di risolverla da solo, a modo mio, con strumenti nuovi. Datemi solo un po' di tempo. Quanto basta per imparare.
Poi, vi dirò. A presto.
e.
giovedì 7 ottobre 2010
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