venerdì 27 maggio 2011

TUTTA QUELL'ACQUA.

Nei fiumi.
Nei torrenti.
Nei laghi.
Negli stagni, nei ruscelli.
Nelle cisterne.
Dentro alle pentole, ai bicchieri, alle bottiglie.
Nella tazza del cesso.
Giù dal cielo.
E poi nel mare.

Acqua.

Tu sei abituato a pensarla così, l’acqua. Tutta insieme. Tutta quell’acqua. Che scorre. Che lava via.

Poi ogni tanto arriva uno che l’acqua la pensa una goccia alla volta. Una per una. Te la fa sgocciolare davanti. Dentro a tutto quel secco, a tutta quella polvere. Il secco te lo crea lui, così, per farti capire. Per farti sentire.

Per spiegarti l’acqua ti fa pensare al deserto. Perché l’acqua è più acqua, dentro a un deserto.

Pensare acqua, scrivere deserto. Dire entrambe le cose.
Per mostrare qualcosa che sta un po' più in là.

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