giovedì 26 luglio 2012

SE NON C'ERA PETER BOARDMAN.

Penso che avrò avuto circa quindici anni o giù di lì, quell'età in cui ti senti tutto sbagliato. Andare in montagna mi piaceva di già. Un pomeriggio di novembre - uno di quelli in cui piove sempre e c'è il cielo grigio e mi sentivo triste e da buttare via - me ne stavo sdraiato sul letto in camera mia e invece di studiare o di fare i compiti come avrei dovuto, leggevo la Rivista della Montagna. Come sempre. A un certo punto c'era una intervista a Peter Boardman che stava per andare all'Everest, il giornalista chiedeva: Lei, perché va in montagna?

Peter Boardman a me mentre leggevo era sembrato che per rispondere a quella domanda si fosse preso una pausa. Qualche secondo come per staccare bene la frase che stava per pronunciare da tutto quello che aveva detto prima. La risposta era sconcertante:

"Perché non so che altro fare, quando non vado in montagna sono un uomo di merda."

Io fino a quel momento avevo soltanto sentito gli alpinisti parlare di valori, di amicizia, di lealtà, di lotta con l'Alpe, di confronto con i propri limiti, del valore della cordata, della giustezza di essere alpinista, di buoni sentimenti, di coraggio, di superamento delle proprie paure, di conquista, di cuore, di anima, di sofferenza, di rischio, di onestà, di cultura, di passione, di bisogno di spazi, di bisogno di dialoghi con se stesso, di determinazione, di volontà, di successi, di bontà, di sincerità, di madre natura, di vita, di ideali, di gioia, di purezza, di futuro, di libertà e ancora di valori, di valori, sti cazzo di valori, sempre.

Era la prima volta che sentivo un grande alpinista che diceva che andava in montagna semplicemente perché non si sentiva bene a fare nient'altro. Era la prima volta che da adolescente pensavo che forse non ero da solo, a questo mondo. Non ero l'unico a non capire, a non sapere, a non sentire, a non desiderare tutte quelle cose. Io volevo solo andare in montagna o da qualche parte. Fare qualche cosa.

Quello, quando ho letto quella frase, è stato uno di quei momenti in cui la mia vita è cambiata.

Quando mi sono rialzato dal letto e sono tornato di là, in sala da pranzo, ero un'altra persona.

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