martedì 14 agosto 2012

IL BECCHINO.

E allora, 'sta signora allo sportello della Motorizzazione Civile mi fa:

- I suoi documenti sono incompleti, Signore.

- Come: incompleti?

- Incompleti. Mancano gli attestati di versamento postale.

- Eccoli qui signora, non li ha visti? Sono qui... - la guardo, sorrido. Compiaciuto.

- Quelle sono ricevute, a noi servono gli attestati.

- Scusi?

- Vede qui in cima, in piccolo, c'è scritto RI-CE-VU-TA (mi indica con l'unghia del pollice una scritta alta un millimetro). Sugli attestati, che sono l'altro pezzetto di carta che le hanno dato alla posta, c'è scritto: AT-TES-TA-TO. E c'era anche scritto sulla domanda che ha compilato, che doveva portarci gli attestati. Non le ricevute.

- Ah, mi scusi. Non lo sapevo. E adesso? Ma non sono uguali?

- Non ce li ha qui gli attestati?

La guardo e dico no scuotendo la testa. Lei ha già iniziato a infilare le mie pratiche nella bustina di plastica trasparente, me le restituisce infilandole sotto il vetro dello sportello. Dietro a me una signora che ha un odore di sudore pazzesco con un mazzo di cartelline con su scritto Autoscuola nonmiricordochecosa si è già fatta avanti per sciacallare il mio posto in fila e sbrigare le sue pratiche.

- ...e allora torni domani, signore. Avanti, prego! - e si rivolge alla donna dietro di me.

- A che ora chiudete, oggi, mi scusi? - le chiedo.

- A mezzogiorno, ma guardi che sono già le 11.43 - guarda l'orologio in alto al centro della parete. Io ho fatto un ora di coda, è la terza volta che vengo; poi per inciso, parliamo di un versamento di 4,50 € e uno di 9.50€.

- Non credo che farò in tempo a tornare, oggi.

- Ecco appunto. Torni domani allora... 8.30-12.00.

- Lo sa che ogni volta che vengo in questo ufficio vado via con la voglia di spaccare tutto?

- La capisco.

- Lei signora è molto pignola nel suo lavoro - allora un po' sorpresa l'impiegata torna a seguire me con lo sguardo. Anche la grassona che puzza di sudore guarda me, adesso - io è la terza volta che devo prendere mezza giornata di lavoro per rinnovare questa cazzo di patente, che poi non è neanche scaduta.

- Noi qui siamo molto accurati.

- Voi qui vivete su un altro mondo. L'altro ieri, ed era la seconda volta che venivo, mi ha mandato via di qui e mi ha fatto andare in comune per legalizzare una foto, cioè per fare in modo che un'altra persona al suo posto si prendesse la briga di guardarmi in faccia, scrivere su un foglio di carta che effettivamente quello della fotografie che le ho portato sono io.

- Certo, è la legge!

- Ecco, appunto. Per legalizzarla la foto mi hanno chiesto le foto e un documento. Un versamento di 0.26 €. Zeroventisei, si rende conto?

- E allora?

- A parte lo zeroventisei. Non mi hanno nemmeno guardato in faccia, in comune. Ho perso un'altra mezza giornata. Per verificare se ero io mi hanno chiesto la patente. Quella stessa che io avevo dato a lei l'altro ieri, con una foto di 30 anni fa, che mi ha detto che non andava bene e che bisognava assolutamente rinnovare se volevo avere la patente internazionale.

- E allora? ma che c'entra?

- C'entra, c'entra. Io e quello della foto di 30 anni fa, non siamo la stessa persona, me lo ha detto lei, se lo ricorda, no? Cioè, lei mi ha detto che lo siamo, ma che non lo siamo, che potremmo non esserlo. Mi capisce?

- Lei è pazzo. Scusi, ma lei che mestiere fa? - la grassona puzzona si mette più comoda con i gomiti sul bancone e il mento appoggiato sulle nocche delle dita. Sospira.

- Faccio un mestiere per cui serve molta accuratezza.

- Ecco, un mestiere come il mio, allora, no?

- Non proprio, comunque...

- Se serve accuratezza, le serve senz'altro anche freddezza, distacco, inflessibilità. A volte essere un po' impietosi con gli utenti, anche. Cinici. Spietati. Mi capisce? - sogghigna, lei e anche la grassona al mio fianco sogghigna. Mi sa che tra loro due si conoscono - Mi dica che mestiere fa, lei, la prego, sono curiosa?

- Faccio un mestiere del quale tutti prima o poi hanno bisogno – Lei fa una pausa e mi studia. Poi riprende a predicare - Vede, ci sono mestieri in cui a volte è fondamentale avere un amico a cui affidarsi. Una persona fidata. Io ad esempio, se volessi, potrei mandargliela avanti lo stesso la pratica della patente, cosa crede? Allora che mestiere fa, me lo dice per favore?

Sono io che faccio una pausa lunga, adesso. Tutti nell'ufficio e nella fila dietro e anche nelle altre file agli altri sportelli stanno con le orecchie puntate. Che mestiere fai? Che mestiere faccio? Che le dico, adesso?

- Il becchino. Mumificatore, nello specifico.

La cicciona scolla i gomiti dal banco e si tira un po' su. Aggiusta con le mani l'orlo della maglietta. Io la guardo, sorrido. Poi giro le testa di lato e guardo la donna al di là dal vetro. Sorrido anche a lei. Entrambe mi guardano le mani. La grassona mi guarda anche le gambe e le scarpe.

- Mi dia i suoi documenti - dice l'impiegata. Reinfilo la mia busta trasparente con le mie carte nella feritoia sotto al vetro e la faccio scorrere.  Lei la prende e la butta su un tavolo alle sue spalle.

- Torni domani.

- Come domani?

- Domani. Che la patente è pronta.

- Grazie. Buongiorno. Grazie mille, eh.

Esco dall'ufficio. Salgo in moto e torno a casa.
Il becchino. Mumificatore, nello specifico. 

Ma come cazzo mi vengono, certe idee?

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