martedì 2 ottobre 2012

PROBLEMI.

Poi. Questo fatto di non parlare al telefono che devo ammetterlo, lo avevo un po' sottovalutato all'inizio, senz'altro. Non è facile. Non è che uno non vuole parlare. Non è che uno non vuole lavorare o non vuole farsi sentire. E' che uno certi discorsi arriva a un punto che non li vuole più fare, perché se otto ore al giorno uno dice o sta ad ascoltare delle cose in un certo modo, poi quelle cose diventano te. Tu diventi quelle cose. Uno arriva a un punto che certe cose non le deve più sentire. Uno non deve più esserci. Al telefono.


O quelle email. Sai quali, no? 
Che lo sanno tutti che la gente le scrive mica per dire delle cose, mica per farsi capire, ma per pararsi il culo. Ecco. Uno arriva al punto che poi - a un certo punto - dice: basta.

C'è una cosa di buono. 

Che all'inizio ti viene quella rabbia. Una frustrazione, come. E ti incazzi. E vorresti tornare indietro, dire le tue ragioni e spiegare e argomentare, e controbattere. Ti dispiace un po', di farti da parte, di non controbattere. Vorresti anche spaccare tutto, delle volte. Bestemmi. Continui a pensarci, a rimuginarci. Dici Adesso chiamo. Adesso scrivo. Adesso mi sentono.

Poi, invece, no.

Poi ti passa.  E ti viene quella pace dentro che è di più di una pace, è come una forza. E' un silenzio. E' un buco nero di silenzio. Stai lì ad ascoltare. Riesci a stare lì seduto a sentire stronzate anche per delle ore se necessario e tu più le senti e più diventi forte, più la tua testa e i tuoi pensieri ti portano lontano. Lontano da quelle frasi fatte. Lontano da quelle espressioni. Lontano da quelle cose. Lontano da quei modi di dire o da quelle email o da quegli sms o da quei discorsi ridicoli, che cominciano quasi tutti nello stesso modo, partendo da una cosa che uno dice che voleva fare e che invece purtroppo non l'ha fatta. Che senza purtroppo si sapeva già benissimo che quella cosa non la faceva.  Lontano da tutto quel dirsi sempre sì, sì, sì. Lontano da tutta quella necessità di dare una conferma a tutto, di darsi tutti ragione, di dirsi tutti ok, ok, perfetto, poi ti dico, a dopo, ciao, ciao, ciao.

Poi dopo, quando?

Ecco. Lo sai che c'è? Che a un certo punto, dopo che ti è venuta quella gran pace dentro, quella forza invisibile la senti nelle mani e nei piedi e nell'addome e dentro a tutti i respiri che fai, e non ti viene neanche più da pensare, per fare un altro esempio, Andate tutti a cagare, come avresti pensato prima, Andate và. No. Non dici niente, proprio. Non ti interessa più. Vai avanti a fare le tue robe.

Molto meglio di prima.

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