venerdì 8 febbraio 2013

LA SUPERCAZZOLA.

La supercazzola è un discorso senza senso dal quale a tratti affiora una parola di senso compiuto. A darle credito è il tono, la sua perentorietà. Il tono distrae, persuade di trovarsi di fronte a una costruzione linguistica autentica.
Ecco, io volevo dire che in questi giorni ho pensato che sciare, fare quello che da un pezzo ormai chiamiamo freeriding rischia di diventare una cosa del genere. Una gigantesca supercazzola collettiva. Tornato dall'ISPO e guardandomi in giro ho più che mai la sensazione che più che sciare bene oggi, più che divertirsi e spingersi avanti con le idee e con la tecnica, alcuni siano impegnati a promuovere il freeriding come una specie di supercazzola colossale dove per vendere, in mezzo ad un vuoto assoluto di idee e di stile e di tecnica, ci si preoccupa più di tutto di mettere in fila quattro o cinque parole inglesi ad effetto. Droppare. Slashare. Rockerato. Pro. Shooting. Cose così.
Ecco, gli shooting soprattutto, che sembra che uno più che andare a sciare perché gli piace, debba andare a sciare per farsi fotografare e per condividere. Ma condividere cosa? Una supercazzola? Può darsi che magari io mi sbagli. Che io sia un po' tarapia tapioco. Ma magari no. Magari sono come se fosse antani backflip permaturato. Magari anche per due.
Con scappellamento a destra.

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