mercoledì 5 giugno 2013

TI STIAMO SEGUENDO.

Stamattina mi è arrivata una e-mail da Twitter, c'era scritto

ciao emilioprevitali, La Gazzetta Sportiva ha iniziato a seguirti.

A seguirmi.

Come a seguirmi?
A me?

Che qualcuno ti segua è una cosa che a uno, voglio dire, magari come idea gli piace. Essere seguito. Avere del seguito. Anche quando andavo a scuola alle medie c'era un modo di dire nella mia scuola che un tuo amico ti diceva "lo sai che nome-di-ragazza-,-facciamo-un-esempio-Lilly ti viene dietro?"

Ti viene dietro.
Che qualcuno ti venga dietro, insomma che ti segua, è una cosa rassicurante, fa bene alla tua autostima, ti senti forte, bene. Dici: ah, ecco. Se una mi viene dietro, allora, voglio dire.

Gli piaccio.

E tu da piccolo alle medie pensavi a te, a te stesso davanti, nella parte anteriore dei tuoi pensieri, e poi dietro, nella parte posteriore dei pensieri, alla suddetta ragazza facciamo sempre lo stesso esempio ragazza-di-nome-Lilly.

Lilly.

Pensavi a Lilly che ti seguiva.
Che ti veniva dietro.
Che ti cercava.
Che voleva te, che voleva stare con te.
Che ti amava.
Tu le piacevi. Che bella sensazione, piacere a qualcuno.

Ehhhh - un bel sospiro - Lilly, Lilly, Lilly...

Poi dicevi tra te e te: ma chi è, 'sta Lilly?

Lilly? Lilly? Lilly?

Ah, quella Lilly, quella là...
Quell'altra.

Poi capivi.

Di solito non era mai quella Lilly, quella che pensavi te, quella carinissima alta con i capelli lunghi lisci e gli occhi nocciola che in effetti tu non ci avevi mai neanche parlato con quella Lilly carina, la più carina della scuola, di un anno più grande di te e ti sembrava un po' strano che lei ti cercasse, che ti seguisse, che venisse dietro proprio te. Era quasi sempre un'altra Lilly non proprio carinissima, una un po' grassottella con delle guance paffute e un alito che quasi sempre sapeva pesantemente di Brooklin Spearment bianche. Una che di solito alle feste della classe non veniva mai e che teneva in vita annodato un golfino di un colore che non c'entrava mai niente con il vestito che indossava.

Facciamo un esempio, facciamo finta che il vestitino di questa Lilly, la seconda Lilly quella non proprio carina delle due fosse bianco e rosso, che le scarpe fossero delle Superga rosse in tinta, e i nastrini nei capelli che fossero rossi anche quelli, e le unghie rosse, ecco, il golfino legato in vita era ad esempio viola e marrone.

Quando pensi a una in sogno, nei tuoi pensieri i colori fanno sempre pendant. Nella realtà non è mai così.

Insomma, non era mai la Lilly che pensavi tu. Quella che avresti voluto. Però ti faceva lo stesso piacere, che qualcuno ti seguisse. Che ti venisse dietro.

Poi dopo un po' questa Lilly, che forse te avresti dovuto diglielo da subito, che non è che lei ti piacesse proprio tantissimo, voglio dire, non è che fosse la donna della tua vita, dopo un po' questa Lilly iniziava a farsi invadente e ad allargarsi e dalla parte posteriore dei tuoi pensieri iniziava a voler prendere spazio e a voler avanzare e a telefonarti a casa - che non c'erano neanche i cellulari allora, telefonava al fisso, che tutta la famiglia lo sapeva che te e questa Lilly un po' cicciona vi sentivate, che tua mamma all'ora di cena strillava per tutta la casa "Emiliooooo coorriiii c'è la Lilly al telefonooooo!! " e tutta la tua famiglia diceva Ah, quella Lilly gnocca e poi scoprivano che invece era l'altra, quella cicciona. E li' la stima dei tuoi famigliari nei tuoi confronti iniziava a calare, e tu stavi male.

Sono traumi, questi.

Poi dopo 'sta Lilly iniziava a venirti a cercare all'oratorio, che è una cosa che non si dovrebbe mai fare se sei una femmina di andare a cercare un maschio in oratorio mentre mettiamo gioca a calcio con gli amici, o mentre sta facendo la gara di rutti, che insomma Lilly, cosa vuoi? mi metti in imbarazzo. E lì la stima dei tuoi amici nei tuoi confronti, anche quella, la tua fama di Casanova del quartierino, iniziava a calare.

Poi non andavi più neanche all'oratorio per paura di incontrare Lilly, iniziavi ad odiarla questa Lilly, cosa vuoi da me Lilly? e andavi in giro come un cretino per il quartiere, scappavi e lei la Lilly ti seguiva di nascosto e ti faceva gli agguati in bici, che lei era sempre in bici e tu sempre a piedi e lei era più veloce di te a girare intorno alle case e a bloccarti spuntando da dietro gli angoli e piazzartisi davanti.

- Hei, ciao. Allora mi eviti?
- Che ppalle, Lilly, lasciami perdere.
- Vieni a fare un giro in bici?
- No non posso.
- Domani?
- Non posso.
- Quando puoi?
- Mai. Ciao, Lilly.

Andavi via.

La Lilly la lasciavi in mezzo al marciapiede, mentre ti allontanavi lei restava lì seduta sulla bici, una Graziella di solito bianca, stava lì ingobbita con un piede a terra e uno su un pedale, il bastoncino del ghiacciolo in bocca, i capelli un po' spettinati che le cadevano quasi sulle spalle e le mani che tiravano con forza sulle leve dei freni bloccando le ruote.

- Hai letto le mie lettere?
- No.

Quali lettere? te ne andavi via facendo uno sforzo enorme per non voltarti e dentro di te pensavi Quali lettere? Quali lettereeee? Dio mio. Io di lettere non ne ho viste. Non avrà mica iniziato a mandarmi anche delle lettere a casa adesso, questa? mentre andavi verso casa ti veniva in mente tuo fratello Le lettere di sicuro le ha prese lui dalla cassetta delle lettere, quel bastardo. E che cosa se ne vuole fare mio fratello delle mie lettere della Lilly? Le avrà prese lui? Le lettere?

Non eri sicuro > Insicurezza.
Altro grave problema.

Arrivavi a casa e andavi diretto da tuo fratello e gli dicevi a bruciapelo Pezzo di merda, tira fuori le mie lettere e lui con una faccia che sembrava che cascasse dalle nuvole diceva Quali lettere? e tu insistevi Dammi le mie lettere e lui niente, allora andavi in bagno a pensare, ti sedevi sul water a pensare. L'adolescenza è il tempo in cui in bagno si va soprattutto a pensare. Ti chiedevi Queste lettere? le avrà prese mio fratello, o no? Dove saranno finite? Non lo sapevi.

Magari la mamma? No, la mamma no.

Insomma, per concludere, non volevo divagare.

A me questa cosa che La Gazzetta Sportiva ha iniziato a seguirmi su Twitter mi fa molto piacere, però un po' mi preoccupa. Inizialmente mi ha messo un po' in ansia, devo dire.

Poi sono andato a vedere sul loro profilo di Twitter e ho visto che La Gazzetta Sportiva segue altre 3391 persone. Allora poi, mi sono calmato.

Adesso son tranquillo.

Solo, ho una domanda:
La Gazzetta Sportiva che mi segui su Twitter, non è che sei la Lilly, vero?

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