martedì 4 giugno 2013

UN PICCOLO PALLONE ROSSO.

Gorle è un paese vicino a Bergamo.
E a Gorle c'è un ponte.
E' il ponte di Gorle, appunto.

Quando vai da Bergamo verso i colli di Scanzorosciate, verso Albano S.Alessandro, insomma verso quella che ormai è diventata la periferia est della grande città ci devi passare sopra, al ponte di Gorle. Il ponte in questione è un vecchio ponte di pietra assolutamente inadeguato per il traffico di oggi. In più, per infilarcisi sopra venendo da Bergamo bisogna fare una specie di curva a destra allargando un po' nell'altra carreggiata con il muso della macchina, o altrimenti si rischia di rifare la fiancata dalla parte del passeggero contro il parapetto in pietra. Inoltre bisogna aspettare che non venga nessuno dall'altra parte, che altrimenti non si passa in due. A guardarlo come è messo, il parapetto in pietra, si capisce che capita a molti di sfregarci contro con la macchina.

Si crea sempre un po' di coda in quel punto, la manovra è delicata da fare.

Questa mattina ero lì in coda che aspettavo il mio turno e ho guardato giù, quello che scorre sotto è il fiume Serio. Il fiume Serio in questi giorni, quest'anno, è bellisimo. Con tutta questa pioggia, voglio dire. L'acqua è verde e azzurra e anche un po' trasparente se si guarda bene e la portata del fiume è grandissima. Io me lo ricordo da quando ero piccolo, il fiume Serio, o negli anni di magra; quando si attraversava a guardare giù verso l'acqua era una stretta al cuore. L'acqua era sporca e torbida, schiumosa. Dava fastidio dover passare da lì, davvero. Ti veniva voglia di andare via alla svelta e di dimenticarti di quel posto. Una sensazione strana, che non è che puoi dimenticarti di un posto come il ponte di Gorle. E' un po' come un angolo della tua coscenza, che sai che è sporco e hai idea che non si può fare niente per ripulirla, quindi cerchi semplicemente di girargli alla larga. Per andare a Scanzorosciate ad esempio, si può anche fare il giro da Seriate o da Villa di Serio.

Adesso comunque le cose sono cambiate, io non pensavo che fosse possibile e invece ora l'acqua è diventata pulita, certamente più pulita di un tempo, ci sono i depuratori, le norme antinquinamento e poi, sicuramente, siamo cambiati noi, noi cittadini. I bergamaschi di Bergamo e della Valle Seriana hanno capito che viviamo in un posto bellissimo, la creazione delle piste ciclabili ha dato una svolta decisiva in questo senso, secondo me. Le piste ciclabili sono a mio parere l'atto politico più consistente e rivoluzionario della provincia di Bergamo degli ultimi quindici anni. Le piste ciclabili hanno cambiato molte idee nelle nostre teste dure di bergamaschi, nelle teste dure di tutti, non importa il partito che votavamo o che votiamo. Le piste ciclabili ci ha fatto capire che anche da noi ci sono dei posti bellissimi e soprattutto che si può risistemare, recuperare, riparare agli errori del passato. Che si può fare turismo con le bici e con la famiglia lungo il fiume. Che si può vivere meglio. Che ci si può andare a fare dei picnic con i bambini, lungo il Serio. Che non è una via di scarico, il Serio. In dieci anni i fiumi Serio - e anche il Brembo, dall'altra parte - sono passati dalla condizione di degrado a quella di risorsa. Non c'è bisogno di andare in Trentino o in Austria o in Germania per stare in un bel posto in mezzo alla natura e pedalare o correre o passeggiare. E' bello anche qui.

E niente.

Oggi mentre ero lì in coda sul ponte di Gorle ho guardato giù, scorre un sacco di acqua, l'alveo del fiume in questi giorni è pieno. C'è solo una piccolissima isoletta di ghiaia sulla destra, una isoletta microscopica assurda non più grande del tetto di una macchina. Il fiume in quel tratto sarà largo una sessantina di metri, forse qualcosa di più. Dall'altra parte del ponte, a monte, il fiume fa una curva e va a sbattere con tutta la sua forza contro una parete di conglomerato, l'acqua fa il suo giro, una curva di quasi novanta gradi e poi riprende a scendere.

Insomma, questa isoletta di ghiaia.

Proprio sopra, al centro di questa piccolissima isoletta di ghiaia bianca che c'è sulla destra questa mattina, c'era un pallone da calcio rosso. Un pallone da calcio SuperTele, rosso con i pentagoni neri, un pallone sicuramente nuovo, non uno di quelli che rimangono dei giorni o delle settimane o dei mesi nell'acqua a galleggiare fermi in un posto, nella risacca, tormentati dalla corrente. Era un pallone che a guardarlo da dove ero io sembrava che ci passasse addirittura la luce attraverso e che fosse una specie di lampadario che emetteva una sua luce propria arancione che gli rimaneva intorno. Era lì immobile quel pallone rosso, fermo su quel piccolissimo quadratino di ghiaia bianca. Un puntino.

Era una cosa fantastica.

Tutto intorno c'era il fiume che scorreva, tutta quell'acqua che andava, tantissima acqua. Tantissima, davvero. Che andava, piano ma inesorabilmente verso valle. Sul ponte c'ero io e c'erano le macchine che andavano, il traffico, i furgoni, i motorini con il parabrezza che si infilavano, c'era il negozio del fruttivendolo e il signor fruttivendolo e il bar lì vicino al fruttivendolo, proprio prima dell'imbocco del ponte. C'era della frutta esposta sui banconi del fruttivendolo, c'erano le righe gialle che ci sono dipinte per terra e la concessionaria della Guzzi e della Fiat dall'altra parte della strada.

E giù la sotto c'era quel pallone da calcio rosso, fermo immobile in mezzo al fiume verde che andava.

Sembra impossibile che un pallone da calcio possa finire proprio in un posto come quello. E fermarsi.
Impossibile.

E invece, c'era.
Io l'ho visto.



Nessun commento: