mercoledì 3 luglio 2013

OGGI HO VISTO L'ANCILLOTTO.

Gli allenamenti di "deplezione" non lo so se lo sapete che cosa sono. Per deplezione si intende deplezione dei glucidi. Si tratta di fare degli allenamenti di durata con lo scopo di consumare interamente le riserve di glicogeno e di costringere il nostro organismo a funzionare bruciando grassi. Per quanto possa apparire il contrario, i grassi sono molto difficili da bruciare e nonostante il loro alto valore calorico il loro rendimento è piuttosto basso, significa in pratica che bruciando solo i grassi il livello qualitativo della nostra performance sportiva in termini di intensità massima è piuttosto limitato.

La macchina umana è un organismo così raffinato e perfetto che tende automaticamente a selezionare tra i carburanti disponibili quelli più efficienti, tende in pratica a fare meno fatica possibile per funzionare, e per questa ragione i glucidi e in particolare il glicogeno sono il carburante preferito del corpo umano. Quando sei a corto di zuccheri dopo un allenamento di deplezione basta una caramella o una Coca Cola e lui, il nostro organismo, cerca subito di funzionare con quella. Quel bastardo.

Io adesso ve la faccio breve, un allenamento in deplezione significa in pratica alzarsi alla mattina, non mangiare un cavolo di niente e iniziare un allenamento di durata che può durare anche svariate ore, il mio di oggi ad esempio è durato circa cinque ore, ed alimentarsi solo ad acqua e sali minerali.

Si tratta di allenamenti duri, un po' in disuso anche, difficili da gestire e da sostenere (anche mentalmente). Eppure gli allenamenti in deplezione sono uno degli allenamenti fondamentali per un atleta di ultraendurance e in particolare, come dice il mio amico Denis Urubko, per un alpinista. Un alpinista deve a volte, in emergenza, muoversi in un ambiente difficile come ad esempio quello dell'alta quota senza mangiare o bere per svariate ore o svariati giorni. Come dice Denis, questi allenamenti per un himalaysta, sono allenamenti irrinunciabili. Sono quelli che ti insegnano a soffrire, che fanno la differenza e ti salvano la pelle quando serve.

Ecco perchè li faccio.

Che sia chiaro, non sto dicendo né che fanno bene, né che sono utili a tutti, né che dovete provare a farli.

Volevo solo dire che oggi in bici, erano circa le due del pomeriggio, cominciavo ad essere stanco e ad avere davvero fame. Una fame bestiale. Andavo avanti bene ma avanti ai miei occhi comparivano delle specie di macchioline sfocate, niente di preoccupante, so per esperienza che questo è uno degli effetti della ipoglicemia, ho continuato ad andare avanti. Il ritmo di pedalata era abbastanza buono e anche la velocità in salita era sorprendentemente buona, paradossalmente una volta iniziati a bruciare i grassi - a patto di sapersi regolare con l'intensità dello sforzo - si va avanti bene. Io vado avanti davvero bene, diciamo che la natura mi ha fatto un grande regalo e mi ha dotato di una grande capacità naturale di endurance. In sostanza sono uno che comincia ad andare bene quando la maggior parte degli altri ne ha le scatole piene.

Insomma ero lì sulla salita e mentre pedalavo ho cominciato a vedere queste macchioline sfocate e mi sono messo a ridere perché era da un po' che non le vedevo, era da un po' che non ci andavo così duro con gli allenamenti in deplezione. A un certo punto avevo la sensazione di essere inseguito, allora mi sono girato due o tre volte a vedere ma dietro di me non c'era nessuno, proprio nessuno. Ho riso ancora e ho smesso di girarmi. Poi dopo un po' davanti a me, dietro a un tornante, mi è sembrato di vedere una lucertola gigante color verde. Per gigante intendo che la testa era grande tipo una Fiat Panda. Un dinosauro, diciamo.Un drago. Era lì che mi aspettava e poi quando facevo il tornante non lo vedevo più, si nascondeva, credo.

Ho continuato a pedalare e ci ho riso sopra, a questa storia del drago, lo so che questi sono gli effetti degli allenamenti in deplezione. Poi quando ero quasi in cima alla salita a un certo punto mi è sembrato che a fianco a me, chiuso dentro a una armatura di metallo e con una lunghissima spada di acciaio in mano, stesse correndo Lancillotto. Correva bene Lancillotto, nonostante l'armatura, o forse ero io che non andavo velocissimo. Comunque andavo a 18 km/h, quindi non pianissimo. Lancillotto mi ha salutato, io l'ho salutato, gli ho detto (mentalmente, non che qualcuno mi sentisse) Ciao Lancillotto, come va? Lui mi ha risposto Bene, ma non è che si capisse bene quello che diceva, la sua voce faceva fatica a uscire dall'armatura che si portava indosso. Gli ho detto Ma non hai caldo a stare là dentro? c'erano minimo trenta gradi. Lui mi ha detto N'somma. Lo vedevo un po' affaticato Lancillotto, allora gli ho offerto da bere dalla mia borraccia. Lui ha girato un po' la testa di lato e l'ha guardata la mia borraccia, credo che avesse intenzione di afferrarla e che avesse una sete bestiale, però in una mano aveva la spada di metallo e nell'altra mano un guanto in maglia di acciaio pesantissimo, in testa questa armatura ingombrante con un drappo rosso che penzolava dal puntalino, insomma gli ho detto Lancillotto, ma come cacchio sei combinato? Allora lui si è un po' demoralizzato credo, forse non dovevo dirgliela quella cosa al Lancillotto di come era vestito, insomma ha smesso di correre e si è messo ad andare al passo. Io ho proseguito a pedalare con il mio ritmo, anzi mi sono alzato sui pedali, ho rilanciato la bici e gli ho urlato - sempre mentalmente - Non mollareee! Ci vediamo in cima Lancillotto, dai che manca poco. Mancavano solo due chilometri, io ho cercato proprio di non mollare, anzi l'ultimo kilometro ho accelerato un po' ancora.

Poi sono arrivato in cima dove c'è la fontanella, ho aspettato un po' ma Lancillotto non l'ho più visto arrivare. Nel frattempo ho bevuto una lattina di Coca Cola. Tempo cinque minuti davanti ai miei occhi le macchioline sfocate sono sparite e mi sentivo benone, un leone, era la prima cosa con cui mi alimentavo da questa mattina.

Ho iniziato a scendere per i tornanti e poi tutto pimpante ho fatto l'ultimo pezzetto di pianura per arrivare a casa, sono entrato dal cancello che erano le quattro del pomeriggio, ho appoggiato la bici al muro e ho pensato Finalmente si mangia.

Ho fatto la doccia, mi sono messo a tavola per una merenda e mi sono ricordato de Lancillotto.
Nooo, Lancillotto.

Gli avevo detto che l'avrei aspettato in cima. In discesa non mi sembra di averlo incrociato.

Non si sarà mica offeso? 

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