lunedì 23 settembre 2013

COSE IDIOTE.

Alcuni idioti circolano in bici. Altri in auto. Altri in moto o con il camion o anche a piedi, dipende, in fondo gli idioti sono come le persone in gamba: se guardi bene in giro, ne trovi dappertutto. 

Altri idioti ancora, sempre per via del fatto che ce ne sono dappertutto, stanno nelle redazioni dei giornali e quelli sono tra i più pericolosi, perché hanno un potere enorme, pubblicano articoli qualunquisti e "divisivi" come questo qui sotto, non tanto per informare o per favorire il dialogo; non per aprire la nostra visuale ad altri punti di vista e per stimolare la ricerca delle possibili soluzioni, ma con lo scopo di fare leva sulla parte altrettanto idiota e intollerante di noi, sul "tifoso" che abbiamo dentro, per realizzare i loro scopi. Per aumentare il traffico sui loro siti o per vendere qualche copia in più dei loro giornali, ed esempio. 

A questo link si parla di gente prepotente che offende e che occupa tutta la carreggiata con la bici, gente incivile che è fin troppo facile disapprovare e criticare ma in fondo sarebbe lo stesso se le parti fossero invertite e se a essere definito incivile e a essere tirato in mezzo fosse stato uno dei tanti automobilisti irrispettosi dei ciclisti e del codice della strada che ci sono in circolazione. 

E sarebbe la stessa identica cosa se il tema della discussione fosse l'immigrazione clandestina o il matrimonio gay o l'eutanasia o il calcio o il diritto alla vita o insomma uno di quei tanti argomenti su cui per capire bisognerebbe ricevere una informazione di qualità e fermarsi a riflettere. Il metodo di un certo giornalismo 2.0 "dei nostri stivali" è quasi sempre lo stesso: usare certe notizie innescando subdolamente la polemica, senza mai prendere posizione o approfondire o informare seriamente e chiamare questa cosa qui "imparzialità giornalistica". Il risultato è quello di scavare fossi e tirare su muri, invece che aprire porte e costruire dei ponti. 

Invece che mandarli a cagare noi, dei giornalisti così, noi li commentiamo, ci accapigliamo tra noi, ci sostituiamo a loro nel dialogo o nella discussione sui social network. E' triste ammettere che un metodo così squallido e idiota di occuparsi della informazione - e in fin dei conti del mondo che ci circonda - funzioni alla perfezione.

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