martedì 17 giugno 2014

ALBERI.

Puoi dire di possedere un cane. Una bella moto o un auto. 
Una casa. 
Un orologio, un campo. 
Un cavallo. 

Si può perfino dire di possedere una persona. Averla. Dire che è tua. Portarla in giro e mostrarla, esibirla. Dire: E' il mio uomo. E' la mia donna, molti lo dicono. Succede, a molti succede. Di cercarsi una bella moglie o fidanzata, o un bel marito. Di stargli a fianco e fare in modo che alla sua bellezza o al suo valore, al suo fascino o al suo potere corrisponda il tuo, non corrisponde, ma certi provano a fare in modo che gli altri lo credano. Come si fa con le auto o con le moto o con le case. Con i cani o con i cavalli. Con gli orologi. Io valgo perché quello che possiedo, vale. 

Con gli alberi, invece. 

Con gli alberi non funziona. 
Con gli alberi non puoi barare, un albero non lo puoi possedere. Non puoi averlo. Non puoi dire che è tuo. 

Un albero non lo puoi nemmeno esibire o spiegare, non c'è niente da spiegare, niente da capire. Un albero è un albero. E' lì. E' Sua Maestà. E' corteccia, rami, tronco, radici e gemme. E' luce e insieme l'ombra che gli gira intorno. E' il tremore delle foglie che nascono, crescono e poi cadono, anno dopo anno secondo le stagioni. Un albero è la vita nonostante tutto. 

L'albero non ha una morale da proporti, non ha un senso, non è giusto e non è ingiusto. Non ti ci puoi specchiare dentro, in un albero, come ci si può specchiare negli animali o nelle persone, nelle cose che ti appartengono. Nei figli. Negli amici. Avere degli amici, avere dei figli, perfino quelli siamo convinti che si possano avere. Possedere. 

Gli alberi per fortuna non si possono avere, gli alberi non hanno padroni. Davanti un albero puoi solo essere pioggia o vento. Silenzio. Sole. Un albero lo puoi abbracciare o abbattere, quello che vuoi. 

Puoi farti scure o puoi farti albero. 

Se vuoi capirlo davvero un albero, devi essere albero tra gli alberi. 

E' questa la libertà.

Nessun commento: